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mercoledì 22 dicembre 2010

Amaro del Ghisallo: il Campionissimo degli amari

L’amaro del Ghisallo, per lungo tempo prodotto tipico canzese, deve il suo nome a un valico stradale che collega la Vallassina con la parte alta del Triangolo Lariano. Proprio a pochi metri dal valico c’è un piccolo santuario, il Santuario della Madonna del Ghisallo, luogo ben noto in particolare agli appassionati di ciclismo dopo che fu proclamata da Papa Pio XII nel 1946 come Patrona dei Ciclisti.

Ed è proprio attorno al mondo del ciclismo che nasce questo liquore. Correva l’anno 1948 quando il grande ciclista Fausto Coppi, soprannominato l’Airone o il Campionissimo, scalò con eleganza il Ghisallo durante il Giro di Lombardia polverizzando il record della salita mentre il campione del mondo allora in carica arrancò e si arrese. L’Airone sembrava volare.
E’ in questo clima di euforia generale dato dalla vincita che il Liquorificio Scannagatta, lo stesso produttore del Vespetrò, decise di mettere in produzione un liquore a base di erbe del triangolo Lariano dedicandolo al ciclista.
Tuttavia anche se la sua fama era ben nota questa rischiò di scemare, infatti non fu più prodotto per ben 18 anni fino all’intervento della famiglia Gandola.

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