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domenica 2 gennaio 2011

Miascia: non solo torta della festa

Al giorno d'oggi il dolce è un piatto che comunemente si trova sulle nostre tavole a conclusione del pasto a differenza del passato. Un tempo questo non veniva servito solitamente come ultima portata ma poteva sostituire l'intero pasto, aumentando l'apporto energetico, o essere utilizzato come nutriente merenda.
Parlando di dolci è facile pensare al connubio con la parola zucchero mentre invece dalle ricette della tradizione si nota la povertà degli ingredienti legati solitamente dall'utilizzo di frutta secca o fresca per ottenere una base zuccherina, infatti l'uso dello zucchero era riservato alle tavole dei più ricchi.

Un dolce povero ma particolarmente apprezzato il cui nome varia da paese a paese è la Meascia, Miascia o Turta di paisan.
La torta in questione non è un vero prodotto tipico ma essendo una  vera golosità, testimoniata dal fatto che vanta anche di un gruppo su facebook, è facile trovarla sulle tavole della Brianza e dintorni.
Numerose sono le varianti in cui la si può apprezzare, modifiche dovute al fatto che questo dolce non è radicato e tipico di un unico paese bensì si estende quasi e ben oltre la provincia.

E' una "torta casalinga" dove l'ingrediente centrale è il "pan poss", il pane raffermo. Tra le ricette (questa è una tra le tante) c'è chi la prepara con la farina bianca insieme a quella gialla, chi la preferisce con cacao in polvere e fichi secchi e chi ancora aggiunge amaretti sbriciolati e scorze di limone. Solitamente è guarnita con pinoli, può avere sia forma rotonda che rettangolare e può essere accompagnata da rossi amabili o liquorosi.

Il nome torta paesana deriva dal fatto che un tempo veniva preparata durante il giorno della festa del paese e anticamente veniva cotta in forni comunitari utilizzando il pane che fino a prima della preparazione era conservato nella tradizionale "panadura".

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